Nella fotografia di paesaggio, come in altri generi fotografici, la messa a fuoco è fondamentale. Nel paesaggio infatti il volere del fotografo è quello di avere tutto a fuoco e il più nitido possibile. Sia il primo piano che lo sfondo devono essere ben nitidi e per ottener ciò dobbiamo essere sicuri di avere impostato il giusto diaframma, distanza di messa a fuoco e focale.
Il Diaframma e la Profondità di Campo
Il diaframma (f/) definisce la profondità di campo nelle foto che scattiamo: un diaframma più chiuso permette di ottenere una profondità di campo maggiore a parità di focale. La focale è il secondo elemento che influenza la profondità di campo: a parità di diaframma, aumentando la focale (ad esempio da 24 a 35mm) la profondità di campo diminuisce. Il terzo fattore che influisce sulla messa a fuoco è il CdC (CoC) o Circolo di Confusione del sensore. Senza entrare nel calcolo di questo fattore è sufficiente sapere che un sensore con molti pixel sarà più denso e quindi “cattura” un numero maggiori di dettagli, per questo motivo è anche più facile osservare una differenza di messa a fuoco tra un pixel e l’altro. In un sensore molto risoluto è più facile rilevare piccole variazioni della messa a fuoco, quindi è necessario prestare maggiore attenzione. Un quarto, e ultimo, fattore che influenza la messa a fuoco è la distanza di messa a fuoco: se focheggiamo molto vicino alla lente lo sfondo sarà molto sfuocato (anche con uno smartphone per esempio) mentre mettendo a fuoco un soggetto circa a metà frame, molto probabilmente non noteremo aree fuori fuoco (sempre prendendo come esempio una foto con il cellulare). La distanza di messa a fuoco è uno dei due fattori, insieme al diaframma, che permette di determinare la massima estensione della messa a fuoco per una data focale: l’iperfocale.
L’iperfocale: massimizzare la profondità di campo
La massimizzazione della profondità di campo si ottiene agendo su quattro fondamentali fattori: focale, Circolo di Confusione, diaframma e distanza di messa a fuoco. Poiché nella fotografia di paesaggio la composizione dovrebbe essere il fattore principale secondo il quale le decisioni vengono prese, la focale, che influenza direttamente la composizione, sarà un dato assunto. Il Circolo di Confusione sarà un altro dato assunto in quanto è definito dal sensore della vostra macchina fotografica. Rimangono quindi il diaframma e la distanza di messa a fuoco come incognite che possiamo controllare per avere la profondità di campo desiderata.
Parleremo dell’iperfocale approfonditamente in un articolo separato, pertanto qui è sufficiente sapere che esiste un punto di messa a fuoco per una data focale e diaframma per cui la profondità di campo è pari alla metà di questa distanza fino ad infinito. Potete utilizzare delle applicazioni per cellulare, come PhotoPills, per calcolare questo valore, oppure potete basarvi sull’esperienza e a prove empiriche sul campo. Ad esempio se non avete un primo piano troppo vicino (a più di 3-4 metri circa) potete mettere a fuoco ad infinito anche in autofocus e chiudendo a f/8 o f/11 non avrete problemi di profondità di campo. Se invece il primo piano è più vicino le cose si complicano..
I passi per una perfetta messa a fuoco sul campo
Poiché molto spesso durante la fotografia di paesaggio si scatta durante l’alba o il tramonto dove la luce è ovviamente bassa, la messa a fuoco più difficile. La messa a fuoco automatica non funziona molto bene con una bassa luminosità. Se il primo piano non è vicino possiamo cercare di mettere a fuoco ad infinito; se l’af funziona possiamo fare affidamento su questo, ma se la luce è troppo poca dovremo focheggiare a mano. In questo caso è importante evitare di girare la ghiera della messa a fuoco fino a fondo scala verso l’infinito: a fondo scala la foto verrà certamente sfuocata. La messa a fuoco ad infinito è perfetta poco prima del fondo scala: possiamo trovare il punto zoomando in live view e controllando che un soggetto lontano (almeno 10 metri con un grandangolo) risulti ben definito, oppure dobbiamo trovare il punto esatto di messa a fuoco ad infinito quando c’è luce così da ritrovare lo stesso punto anche al buio o con poca luce. Se invece il primo piano è molto vicino dobbiamo stimare la distanza del primo piano e mettere a fuoco circa a questa distanza o poco più: facciamo uno scatto di prova a f/8 o f/11 e controlliamo a schermo, zoomando, che la foto sia a fuoco. Se il primo piano è fuori fuoco, mentre lo sfondo è a fuoco, possiamo fare un secondo scatto mettendo a fuoco un punto più vicino a noi. Nella situazione opposta, cioè se il primo piano è a fuoco ma lo sfondo è fuori fuoco, dobbiamo cercare di mettere a fuoco un po’ più lontano. Se non riusciamo a trovare un punto in cui sia sfondo che primo piano è a fuoco possiamo solo provare a chiudere di più il diaframma (attenzione alla diffrazione!) oppure ridurre la focale. Anche allontanarci leggermente dal primo piano aiuta naturalmente, ma occorrerà rivalutare la nuova composizione. Con queste poche indicazioni potete gestire praticamente ogni situazione. Il consiglio fondamentale è capire bene il rapporto tra focale, distanza di messa a fuoco e diaframma.
La messa a fuoco nella lunga esposizione di paesaggio
La lunga esposizione, ma anche la fotografia di paesaggio in genere, ha delle caratteristiche peculiari da tenere in considerazione. La prima cosa da tenere a mente è focheggiare prima di inserire filtri ND molto scuri: dopo averli inseriti infatti risulterà più difficile determinare con precisione il punto di messa a fuoco a causa della poca luce che raggiunge il sensore/mirino. Una volta trovata la giusta messa a fuoco, assicuriamoci che l’af sia disattivato così da evitare una cambio di messa a fuoco accidentale. Controlliamo sempre la messa a fuoco dopo ogni scatto (sia nello sfondo che nel primo piano) attraverso lo zoom dell’anteprima dello scatto sul display, così saremo sicuri che questa sia costantemente corretta.
Conoscere l’iperfocale è importante, ma lo è ancora di più conoscere il rapporto tra distanza, diaframma e focale. Se mettiamo a fuoco ad infinito e il primo piano è sfocato possiamo raggiungere la messa a fuoco su tutto il frame sia chiudendo il diaframma, sia utilizzando una focale più ampia (wide), sia allontanandoci dal primo piano. Molto spesso non tutte queste soluzioni sono praticabili illimitatamente: è quindi importante massimizzarle per poter ottenere la profondità voluta. Se siamo limitati con la focale e con la possibilità di indietreggiare, allora proviamo a chiudere il diaframma. Se non possiamo chiudere il diaframma proviamo ad allontanarci o usare una focale più wide.
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